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Following, Memento, Insomnia: gli inizi di Christopher Nolan

Following, Memento, Insomnia: gli inizi di Christopher Nolan

Prima della trilogia di Batman, di Inception e dei grandi blockbuster, Nolan getta le basi della sua poetica nei suoi primissimi lavori

Settimana scorsa abbiamo iniziato una piccola rubrica in quattro “episodi” dedicata ad approfondimenti sui film di Christopher Nolan, in occasione dell’uscita del suo prossimo film, Tenet, il 26 agosto. Ormai l’uscita è vicina, noi di Cinema Cafe non stiamo più nella pelle per l’hype, e speriamo di potervi tenere compagnia nel frattempo con i nostri articoli, magari per una lettura sotto l’ombrellone in queste ultime settimane di vacanza.

Oggi faremo un’incursione agli inizi della sua carriera cinematografica con tre film che forse non tutti hanno visto ma che sono già rappresentativi di molte delle tematiche che compaiono in molti suoi film successivi.

Following

Following: il primo lungometraggio a bassissimo budget

Christopher Nolan ha dichiarato di aver voluto diventare un regista fin da quando aveva undici anni, ma il suo primo lungometraggio uscì che ne aveva ventotto. Dopo i primi cortometraggi, Following nel 1998 segna il debuto di Christopher Nolan sul grande schermo sia come regista che come scrittore e montatore. Il film ha un budget bassissimo, appena 3.000£, e per realizzarlo lavora nei weekend insieme ad amici e famigliari, ma l’impegno lo ripaga con critiche molto positive alla sua uscita.

Siamo solo agli inizi, eppure Following appare subito chiaramente come un film di Christopher Nolan. Il taglio è più vicino al noir, con un utilizzo del bianco e nero – dovuto  soprattutto alla sua semplicità di realizzazione e al suo basso costo di produzione – un protagonista maschile, in un certo senso quasi investigatore nei suoi pedinamenti quotidiani, che si attira le attenzioni di una quasi femme fatale e un’ambientazione urbana popolata da personaggi loschi con i quali si vorrebbe avere poco a che fare. Ciò che appare subito evidente è tuttavia la struttura non lineare del racconto, espediente spesso usato da Nolan soprattutto per sorprendere lo spettatore che, scombussolato dall’alternanza di linee temporali, fatica a comprendere subito lo sviluppo del racconto rendendo in tal modo più facile la sorpresa nel finale. Memento è sicuramente il film più riuscito in questo senso ma non dimentichiamoci la gestione piuttosto inusuale, soprattutto in un film di guerra, ripartita in tre tempi di Dunkirk, o la compenetrazione di diverse realtà che si muovono parallelamente in tempi diversi, Inception e Interstellar. Se è vero che ormai tutto è stato raccontato, Nolan ricorre spesso all’intreccio di tempo e spazio come elementi fondamentali per stravolgere le canoniche linee del racconto e creare prodotti innovativi e sorprendenti. Nel tentativo di intessere una trama intricata, Following rischia tuttavia di esagerare con un piano ardito che risulta infine essere fin troppo forzato in uno svelamento che lascia interdetti.

Memento

Memento: una struttura intricata

Memento segna il vero e proprio punto di svolta nella carriera di Nolan: basato su un racconto del fratello Jonathan Nolan, Memento Mori, che vedremo più volte collaborare ai suoi film nel tempo (The Prestige, The Dark Knight, The Dark Knight Rises, Interstellar), Memento esordisce al Festival di Venezia nel 2000 e attira l’interesse e gli applausi di buona parte della critica, guadagnandosi anche nomination agli Academy Award, ai Golden Globe e a molti altri premi tra i più importanti al mondo. Memento segna l’ingresso ufficiale di Christopher Nolan ad Hollywood e sarà proprio grazie a questo film che otterrà la regia del suo film successivo.

Ormai un vero e proprio cult, come già detto nel paragrafo precedente Memento basa la sua intera realizzazione su una sceneggiatura che occuperebbe un articolo soltanto nel tentativo di spiegarla. La narrazione si intesse su due piani, accuratamente evidenziati dal bianco e nero di una e dal colore dell’altra, alternate in un montaggio che pone le prime in ordine cronologico e le seconde in ordine inverso. Un ordine estremamente intricato che anche a fine visione lascia interdetti e probabilmente invogliati a rivedere il film una seconda volta per comprenderlo meglio (a questo proposito, nell’edizione in dvd è presente una versione del film montata con le scene in perfetto ordine cronologico, in caso vi foste persi troppo!). Nolan riprende quindi una narrazione divisa in piani temporali diversi che già avevamo visto in Following ma la rende più unica in quanto la stessa struttura del film è profondamente legata alla struttura mentale, se così si può dire, del protagonista. L’amnesia anterograda è la condizione di cui soffre il protagonista, condizione che lo costringe a scriversi su corpo, post-it e polaroid tutto ciò che vuole ricordare, e il film pone lo spettatore in prima persona come testimone del suo problema: inizialmente non ci capiamo niente, esattamente come il personaggio di Guy Pearce sullo schermo.

Memento è la massima espressione della volontà di Nolan di giocare con il tempo e con l’attenzione dello spettatore e dell’uso del montaggio per porre lo spettatore nei panni dei protagonisti che agiscono sullo schermo.

Si potrebbe anche citare l’effetto Droste, che compare in Memento all’interno della locandina del film e in futuro anche nella costruzione di specchi di Ariadne in Inception, ma nei film di Nolan sono ricorrenti i paradossi matematici e le costruzioni impossibili, come la scala di Penrose nello stesso Inception.

Insomnia

Insomnia: il primo segno del doppio

Insomnia è il primo film di Nolan ad avere un budget piuttosto sostanzioso, 46 milioni di dollari, complice anche la partecipazione di alcune star di Hollywood come Al Pacino, Robin Williams e Hilary Swank. Insomnia sarà anche, almeno per il momento, l’unico film della sua ampia filmografia per cui Nolan si occuperà solo della regia e non della scrittura, essendo comunque un soggetto non originale ma un remake dell’omonimo film norvegese del 1997.

Il soggetto non è originale e si potrebbe quindi dire che il film non sia completamente autoriale. Eppure anche Insomnia non sfugge dall’impronta nolaniana.

Il personaggio di Al Pacino si ritrova infatti a dover fare i conti con la propria coscienza in un ambiente ostile che, perennemente illuminato a giorno, non gli permette di dormire e arriva a causargli un forte stato di disorientamento. Ecco che Nolan porta sullo schermo il tema del doppio: due personaggi apparentemente molto diversi ma in realtà due facce della stessa medaglia che si confrontano e portano alla luce l’un l’altro le proprie oscurità. Personaggi ambigui, mai del tutto buoni e mai del tutto cattivi, motivo che ritorna anche nella trilogia dedicata al Cavaliere Oscuro, tra un Batman profondamente tormentato tra il senso di giustizia e la propria vendetta, e il Joker, un personaggio spietato che è in grado di portare l’eroe sull’orlo del precipizio. Ma anche i due protagonisti di The Prestige si sdoppiano in due personaggi che sono l’uno il riflesso dell’altro, in una sfida che li pone a confronto per la loro vita intera e che arriverà ad ossessionarli.

Insomnia sembra quindi distaccarsi dall’iniziale filmografia di Christopher Nolan ma non fa in realtà altro che gettare le basi di nuovi film futuri.

Questo era tutto per oggi. Rimanete sintonizzati perché la prossima settimana andremo a indagare una delle trilogie sui supereroi nel cinema.

Fonti

Following (1998), dir. Christopher Nolan

Memento (2000), dir. Christopher Nolan

Insomnia (2002), dir. Christopher Nolan

Christopher Nolan

Gaia Galimberti

Laureata in Scienze dei Beni Culturali all'Università degli Studi di Milano, è cresciuta fantasticando mondi attraverso i libri e, dopo essersi innamorata del cinema, fatica a trovare il tempo per correre dietro a tutte le sue passioni. Sogno nel cassetto: scrivere un libro.

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